Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento/Roma, 15 maggio 2010 Il Trentino e l’Alto Adige-Südtirol all’inizio degli anni 80 sono stati la culla dell’esperienza verde italiana, che dai Grünen tedeschi e austriaci prendeva ispirazione politica e alimento culturale. Memorabile resta il Convegno internazionale «Un partito/movimento verde anche in Italia?», che si tenne nel dicembre 1982 nel Palazzo della Regione a Trento, con la partecipazione di molti ecologisti e ambientalisti, che negli anni seguenti avrebbero dato vita prima all’Arcipelago verde, poi alla Federazione delle Liste verdi e quindi alla Federazione dei Verdi. Il nome di Alexander Langer resta segnato, come principale protagonista del raccordo tra nascenti Verdi italiani e Grünen tedeschi, nella storia dell’ecologismo politico del nostro Paese. Sono passati ormai quasi 30 anni e i Verdi in Italia hanno vissuto una parabola discendente nell’ultima fase storica, che li aveva portati quasi alle soglie dell’estinzione e di un vero e proprio suicidio politico nella riserva indiana dell’estrema sinistra comunista e post-comunista. Nel Congresso di Fiuggi dell’ottobre 2009, questa parabola discendente ha fortunatamente trovato una inversione di tendenza, con l’elezione di Angelo Bonelli a nuovo presidente nazionale e con la decisione di rifiutare l’assorbimento dei Verdi all’interno di una formazione della sinistra post-comunista, rilanciandone invece l’identità culturale trasversale e post-ideologica e l’autonomia politica verso la prospettiva della Costituente ecologista. Le recenti elezioni regionali, pur con alcuni risultati significativi e l’elezione di quattro consiglieri regionali in Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Marche (che si aggiungono a quelli eletti in precedenza in Abruzzo, in Trentino e in Alto Adige), hanno costituito più la conclusione della parabola precedente che non la vera e propria apertura di un nuovo ciclo politico. La prospettiva del rilancio della priorità ecologista in modo aperto e plurale, attraverso il processo della Costituente ecologista e l’aggregazione con i Verdi di una più ampia area ecologista, riformatrice, laica e civica, di ispirazione europea, non poteva realizzarsi solo in pochi mesi e sul piano direttamente elettorale, senza un precedente profondo lavoro di ricostruzione culturale, di relazioni politiche, di convergenza tra le diverse anime dell’ecologismo politico italiano. I Verdi e i Grünen del Trentino e dell’Alto Adige-Südtirol sono stati tra i protagonisti della battaglia congressuale di Fiuggi (dove avevano sostenuto all’unanimità la mozione congressuale «Il coraggio di osare») e si sono impegnati in questi mesi in un profondo lavoro di rigenerazione e di rilancio dell’ecologismo politico in modo aperto e coinvolgente, con una forte caratterizzazione civica-verde e con la partecipazione di molte persone che non hanno appartenuto storicamente ai Verdi, ma che con loro si ritrovano ora nelle battaglie ambientali, eco-sociali, per la green economy, per l’etica pubblica e per la convivenza. A Fiuggi si era parlato di una lunga e difficile “traversata del deserto” per ridare ai Verdi e all’ecologismo politico in Italia il ruolo che ha assunto sempre più in molti Paesi europei (basti pensare non solo alle elezioni europee del 2009, ma anche alle recenti elezioni tedesche nel Land Nord Rhein-Westfalen e alle stesse elezioni politiche in Gran Bretagna). In altri termini, si potrebbe affermare che i Verdi italiani si trovano “in mezzo al guado”: hanno abbandonato le secche dell’involuzione politica e ideologica precedente, ma non sono ancora in grado di raggiungere il nuovo approdo delineato con le mozioni congressuali vincenti. Pochi sanno, perché i mezzi di informazione nazionale non ne hanno quasi parlato, che domenica 16 maggio ci saranno in quasi tutto il Trentino-Alto Adige (con l’eccezione di Trento e di pochi altri Comuni, in cui si è già votato l’anno scorso) le elezioni comunali. Nelle due Province autonome di Trento e Bolzano esistono sistemi elettorali diversi fra di loro e anche rispetto al resto d’Italia: si vota solo la domenica, e in Trentino il doppio turno eventuale per i ballottaggi c’è in tutti i Comuni sopra i 3.000 abitanti, mentre in Alto Adige c’è solo per i Comuni sopra i 15.000 (Bolzano, Merano, Bressanone e Laives). In Trentino si sono formate liste «civiche-verdi» nei principali quattro Comuni che vanno al voto: Rovereto, Arco, Riva del Garda e Mori (oltre alla presenza di due candidate verdi in una lista civica a Lavis). Queste quattro liste hanno assunto il simbolo del «sole che ride», ma con denominazioni diverse, decise nell’autonomia dei singoli Comuni: «Rovereto Viva — Verdi — società e ambiente», «Arco ambiente — Verdi — ecologia e società», «Riva ambiente — Verdi — ecologia e società», «Per la nostra Terra — Verdi — società e ambiente». In due Comuni, Rovereto e Mori, dopo aver verificato l’impossibilità di formare una coalizione di centrosinistra aperta e plurale, che rendesse credibile una loro partecipazione, le due liste civiche-verdi si sono presentate con un proprio candidato sindaco: Mauro Previdi, un chirurgo molto stimato, a Rovereto, ed Elena Berti, presidente del Consiglio comunale uscente, a Mori. A Riva del Garda invece la lista civica-verde fa parte di un’ampia coalizione di centrosinistra (come in passato) e ad Arco la lista civica-verde fa parte di una coalizione di centrosinistra che si contrappone non solo al centrodestra, ma anche ad un’altra coalizione “centrista” che ha diviso il centrosinistra. E assai probabile che in tutti questi Comuni (forse con l’eccezione di Riva del Garda) nessun candidato riesca a vincere al primo turno, per cui si tornerà a votare il 30 maggio per i ballottaggi. Ma sarà interessante verificare fin dal primo turno i risultati della quattro liste civiche-verdi e dei due candidati sindaci presentati a Rovereto e Mori. In Alto Adie-Südtirol i «Verdi Grüne-Vërc (unica forza politica inter-etnica: italiana, tedesca e ladina) si presentano da sempre con un proprio simbolo autonomo alle elezioni amministrative (e regionali/provinciali): la colomba di Picasso, introdotta negli anni ‘80 da Alexander Langer e poi sempre mantenuta dai Verdi sudtirolesi. A Bolzano La Lista inter-etnica si presenta nell’ambito della coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco uscente, Luigi Spagnolli (come già in passato, in alternativa ad un centrodestra molto agguerrito, ma anche molto rissoso al proprio interno) e così pure nel Comune di Laives. A Merano, invece, dove si è verificata una fortissima frammentazione (col risultato della presentazione di 10 candidati sindaci!), i Verdi inter-etnici si presentano autonomamente (col sostegno anche di una lista di sinistra) con una propria candidata sindaco: Cristina Kury, leader storica dei Verdi, che nel 2008 ha volontariamente Lasciato i consiglio provinciale-regionale dopo una presenza molto attiva e stimata per tre Legislature. Anche se le previsioni sono sempre difficili, tanto più in una fase politica assai difficile come l’attuale, gli osservatori non escludono una clamorosa sorpresa. E cioè che la verde Cristina Kury possa domenica 16 sopravanzare il Pd e andare lei al ballottaggio in alternativa al candidato della Svp, che è il sindaco uscente Günther Januth. Naturalmente i Verdi sono presenti anche in altri Comuni in Alto Adige-Südtirol: o in liste civiche eco-sociali, come a Bressanone, o autonomamente con la loro lista inter-etnica, come a Brunico, o in altre liste civiche-verdi come a Ora, Vipiteno, Lana, Varna e altrove. Vale la pena, dunque, lunedì 17 maggio, fare attenzione ai risultati elettorali sia in Trentino, sia in Alto Adige-Südtirol. Non potranno essere risultati clamorosi, in una fase storica così difficile per i Verdi italiani, ma potrebbero rappresentare almeno una inversione di tendenza, in una terra dove il vento europeo a volte spira più forte e si fa sentire, nonostante la barriera delle Alpi.
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MARCO BOATO
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